Il futuro della casa di riposo di Mondovì continua a essere un'incognita. Così oggi le segreterie dei sindacati, con firma Fp Cgil, Fp Cisl e Csa, hanno chiesto un incontro ai "capi": sindaco e vescovo. Lo hanno fatto con una lettera, indirizzata a Comune, curia e presidente della struttura Elio Bottero. Chiedono al primo cittadino Paolo Adriano e a mons. Egidio Miragoli di essere ricevuti: «Per un confronto sulla ricaduta che la legge regionale avrà sull'Ente, sia per quanto riguarda gli utenti che per quanto concerne i dipendenti».
LA LETTERA
«Con riferimento alla legge regionale n° 12 del 02 agosto 2017 relativa al riordino del sistema delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, in presenza di parametri molto chiari rispetto ai quali le ex Ipab dovranno muoversi per adeguarsi alla normativa, in primis con riferimento al valore medio della “produzione” degli ultimi tre anni di attività e con altrettanta chiarezza rispetto alle opzioni che potranno essere adottate in funzione del dato relativo all'andamento, come CGIL FP, CISL FP e CSA siamo convinti che questa possa essere l'occasione per provare a ragionare compiutamente sul futuro della struttura assistenziale Sacra Famiglia di Mondovì e del ruolo che la pubblica amministrazione ed il mondo del sociale vogliono mettere in campo in materia di gestione dei servizi alla persona, con particolare riferimento ai livelli assistenziali e di sostegno alle persone anziane, ruolo che, a parere nostro, deve continuare ad essere primario rispetto a quello del business privato, a garanzia della qualità del servizio e della tutela dei lavoratori impegnati. Le future aziende pubbliche di servizi alla persona, infatti, potrebbero essere un importante momento di riorganizzazione di tutte le istanze sociali presenti nel territorio comunale che, attraverso un progetto di integrazione di vari servizi, potrebbe vedere incrementato anche il ritorno economico delle strutture coinvolte, oltre che essere appunto una preziosa risposta sociale ai bisogni dei cittadini e questo anche in considerazione del fatto che il rapporto sulla popolazione monregalese cresce a favore della cittadinanza meno giovane».