Si è ormai conclusa l'epoca delle discoteche che raccoglievano persone a migliaia, volta al termine anche l'età dell'oro della musica nei pub, nelle cantine o nei club; ci si ritrova sempre più spesso ad ascoltare musica all'interno di contenitori di intrattenimento come i festival o le rassegne in cui in periodi più brevi (un week-end, per i primi; una decina di giorni, per le altre) si propone un itineario di ascolti per quanto interessante più ristretto rispetto ad una programmazione più lunga, difficoltosa (rischiosa in termini imprenditoriali) e sempre meno incline all'incuriosire lo spettatore, ma rivolta maggiormente alla somministrazione di un prodotto "usato garantito".
Sempre più difficile diventa così anche raccontare un territorio che cambia, modifica le proprie abitudini, si adatta alle generazioni e guarda ai nuovi fenomeni musicali. Un po' come la musica "usa e getta" degli mp3, digitale e liquida, così anche gli ambienti dove ascoltarla compaiono e si estinguono con rapidità sbalorditiva.
L'avvio della stagione autunnale è però, da sempre, una buona occasione per identificare i gusti che abiteranno durante l'inverno; in concomitanza con l'apertura di quello che sarà il primo grande evento "indoor" sul territorio piemontese - rappresentato dall'apertura delle OGR (sabato 29 settembre con Giorgio Moroder) - si è pensato di provare a raccontare quanto di buono si può e si potrà ascoltare nei prossimi mesi.
Addio alla musica "da club"?
Se andiamo ad osservare la programmazione dei principali locali che hanno animato le serate dei principali centri urbani si potrebbe definire una metamorfosi quella a cui si è potuto assistere. Metamorfosi che ha toccato da vicino soprattutto una città come Torino, rispetto alle altre "capitali" della musica del Nord: il capoluogo sabaudo infatti parrebbe uscito da alcuni canali preferenziali e privilegiati che in passato hanno portato ad una offerta maggiore e assai più diversificata. Pochi i live in sale capaci di accogliere platee numerose e se andiamo a vedere la cartina geografica dei rooster di band internazionali (Nick Cave, Sigur Ros, Mogwai, ma anche Shakira, Kasabian o James Blunt) preferisce abbinare ai live di Milano una piazza come Bologna. Al contrario paiono numerose le occasioni nei locali più piccoli, dedicate ad un pubblico di appassionati più che ad a far conoscere a diversi pubblici cosa bolle in pentola.
Questo fa sì che all'Hiroshima si potrà seguire senza problemi (con un doppio live già sold out) Coez, un interessante circo "freak" all'insegna dell'immaginario creato dal cinema di Tim Burton, Nina Zilli, Ex-Otago, Ghemon, Cristina Donà, Samuel o (udite! udite!) i Lali Puna. In luoghi più piccoli si consigliano l'ottimo Niccolò Carnesi alle Officine Ferroviarie per gli amanti del cantautorato e gli Ufomammut al Magazzino sul Po per quelli che prediligono sonorità più pesanti, mentre lo sPAZIO 211 punta tutto su the Dream Syndacate (alfieri del punk/rock a stelle strisce).
30 anni di FolkClub!
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Tutti i locali che vivono sulla musica sono accomunati da un annoso problema: mantenere, oltreché attrarre, un seguito sulla propria programmazione con la finalità non solo di resistere. Tra i club attivi da più tempo esiste e persiste nella propria attività di proporre un'offerta ricca di fascino, una proposta culturalmente molto elevata, ed occasioni di ottimo intrattenimento è forse il Folk Club che inaugurerà domenica primo ottobre la sua trentesima edizione. Vista l'occasione assai eccezionale a partecipare alla serata inaugurale (con uno spettacolo di "mattiné" alle 17 aggiunto negli ultimi giorni data la velocità con cui erano andati a ruba i biglietti) sarà Vinicio Capossela. Il cantautore di origini irpine aprirà la serie di concerti (tra gli altri suoneranno anche come Enrico Rava, Uri Caine, Trilok Gurtu, solo per citare gli artisti di fama mondiale) con un progetto speciale ed unico per un concerto che si preannuncia memorabile: vedere ed ascoltare Vinicio così da vicino e in un ambiente così intimo, raccolto e familiare non può che essere un evento da mettere negli annali.
I "Main Events"
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Gli eventi principali dell'autunno però rimangono quelli che hanno fatto della città piemontese un centro nevralgico di attrazione per il mondo della musica elettronica nazionale. Movement Torino mantiene la propria connotazione, Club To Club segue a ruota proponendo però per questa edizione un'autentica chicca, ancorché per veri adepti (con disponibilità economiche maggiori):
i Kraftwerk, considerati pionieri della musica elettronica, fonte di ispirazione per molti artisti di quest'epoca e capostipiti del suono dell'era digitale del XXI secolo, presenteranno la loro serie di concerti in 3-D "The Catalogue – 1 2 3 4 5 6 7 8", un’esplorazione in rigoroso ordine cronologico degli esperimenti sonori e visivi degli otto album del loro repertorio. Combinando suono e immagine, le performance attraverseranno oltre quattro decenni di innovazione musicale e tecnologica. A questi due eventi conosciuti già da tempo si associa il Jazz:Re:Found, evento che nel 2017 compirà i 10 anni e che, dopo le prime edizioni su Vercelli, da qualche anno ha spostato la propria location su Torino: anche in questo caso la parola d'ordine sarà contaminazione
E nella nostra "provinciameccanica", che facciamo?
Chi vive la provincia da sempre si trova in quella zona di limbo e indecisione tra l'ardire un viaggio verso il grande centro, o il dimenarsi affinchè nelle vicinanze sorga qualche anima pia capace di inventarsi qualcosa e di rendere più gradevole i week-end che si decide di trascorrere in loco. Alla fine Torino, Milano, o Savona, dove a inizio ottobre suonerà Cody Chesnutt (andatevelo a sentire!), non sono così distanti, ma potendo avere sotto casa un'occasione per ascoltare buona musica e conoscere qualcosa di nuovo perchè lasciarselo scappare?
In attesa che anche da Mondovì sorga un qualche tipo di movimento culturale e giovanile, e che in provincia ripartano le programmazioni di altri luoghi come Mezcal e SUBurbia, si possono approfondire due appuntamenti importanti.
Borgo San Dalmazzo da una decina d'anni un gruppo di ragazzi propone l'Encode Festival. Giunto alla quindicesima edizione l'evento, che si terrà i prossimi venerdì 6 e sabato 7 ottobre, porterà nelle strutture delle Ex Officine Bertello un'occasione per conoscere e approfondire la musica elettronica live e le arti multimediali. Da scoprire il progetto audiovisivo ANGLE, dei fiorentini Piero Fragola e Thomas Pizzinga, dove le tracce sono prodotte mediante sintetizzatori modulari; Birthh invece, oltre ad essere l’oscuro alter-ego di Alice Bisi, è uno dei più interessanti progetti nati in Italia nel corso del 2016 e Born In The Woods un album di assai raffinata eleganza artistica e sonora che porta la giovane fiorentina all'arduo compito di riuscire a ripetere le ottime gesta mostrate sino ad ora.
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A Saluzzo invece (fine ottobre) una delle associazioni più storiche di tutta la provincia, il Ratatoj porterà dal vivo al locale teatro Civico il primo bassista e mente musicale dei leggendari Sex Pistols: Glen Matlock è stata la base melodica del quartetto londinese che ha aperto la strada alla rivoluzione punk; nonostante abbia abbandonato la nave prima che la band annegasse nel successo tutto il proprio spirito di autodistruttiva oscenità e furore, Matlock è l’autore di gran parte delle musiche di quella autentica pietra miliare del rock che è diventata Never Mind The Bollocks. A Saluzzo l'artista inglese presenterà in acustico il nuovo lavoro discografico e ripercorrerà la sua lunga carriera con brani indimenticabili.
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