Una vera e propria data "X", per un soggetto politico nazionale. Che Enrico Costa ha deciso di far nascere a casa sua: «Un invito al dialogo fra popolari e liberali». Il convegno di sabato mattina (13 ottobre) a Vicoforte aveva e ha questo senso. Un parto dai molti genitori, tutta l'area liberal-moderata e oltre. Una nuova ala per la coalizione di centrodestra che Silvio Berlusconi, da un bel po' di tempo, auspica. Costa lo sa bene, anzi benissimo, e sabato ha preparato il terreno: «Da qui parte un dialogo - ha detto - per arrivare a un confronto tra liberali e popolari che vogliono raffrontare il centrodestra». E l'ex cav? «Per me è il riferimento storico di quest'area».
Berlusconi: «Sono grato a Costa per il lavoro di coordinamento che ha fatto»
E lui, il "riferimento storico" (parole non casuali, che forse guardano anche al futuro), risponde mandando una vera e propria "benedizione" via lettera da Ischia, dove si trovava, alla convention di Forza Italia: «Ringrazio Enrico per l'iniziativa che sta mettendo in campol, con tante realtà unite da un comune sentire che ci richiamano ai valori del centrodestra. Ognuna di esse rappresenta una visione che arricchisce la nostra coalizione sul piano dei numeri e delle idee. Io immagino un centrodestra ampio e inclusivo: con voi oggi parliamo lo stesso linguaggio. Considero quindi estremamente positivo che tutti abbiano deciso di compiere “una scelta da liberali”, come l'ha definita Costa. Un percorso che trova nel centrodestra che stiamo costruendo al sua sede ideale. Enrico Costa ha svolto per questo un lavoro di costruzione di costruzione, raccordo e coordinamento che considero fondamentale e di cui gli sono grato. La sua storia racchiude anche un fortissimo legame col suo territorio, com'è per suo padre Raffaele, ministro del mio primo Governo, al quale rivolgo un pensiero affettuoso». È seguito un lunghissimo applauso da parte di tutti i presenti.
GLI INTERVENTI
Enrico Costa: «Quando ho lasciato il Governo e il posto da ministro, ho scelto di mettere il pensiero davanti al ruolo e alla poltrona. Non è facile, è più comodo fare i cerchiobottisti. Davanti alla crisi, lo sbaglio più grosso è la risposta demagogica: è quella che fomenta l'anti-politica. Berlusconi ha tracciato un segno, e da qui deve partire un dialogo. Una costruzione di un percorso tra persone che hanno deciso di giocare nel campo del centrodestra. Io non cerco ruoli di prestigio».
Flavio Tosi (già sindaco di Verona, ex Lega, oggi con Fare!"): «La sinistra sta facendo di tutto per dividersi, noi lavoriamo per unirci. Davanti all'astenzionismo enorme di oggi, la vera sfida è costruire un soggetto politico credibile che sappia recuperare la fiducia di chi non va più a votare».
Raffaele Fitto (ex ministro degli Affari regionali con Berlusconi, oggi fondatore di “Direzione Italia”): «Diamo vita a un progetto serio, che parli con un programma. E che non pensi a salvare... quella parte del corpo che sta appoggiata alla sedia, ma a quella che sta più in alto. Ci vogliono testa e cuore».
Gaetano Quagliariello (“Idea”): «DAlle ultime elezioni si è vinto grazie alla componente civica, al di là dei grandi partiti: se oggi sono scomparse le ideologie, è tempo di recuperare il rapporto con la vita dei cittadini. Se per qualcuno questa nuova legge elettorale è nata per favorire il "grande inciucio", io credo invece che dia la possibilità a una nuova coalizione di emergere».
Enrico Zanetti (“Scelta civica”): «È tempo di fare delle scelte: favorevoli a un'Europa unita, contrari a una politica che non controlla gli sbarchi sul Mediterraneo».