Quando cucinare è molto più di un lavoro, anzi diventa una vera e propria arte. Ettore Scaglione, appassionato chef del ristorante doglianese “L’acciuga nel bosco”, ha partecipato lo scorso giovedì ad una puntata del programma tv “Cuochi d’Italia 2”, condotto dall’ecclettico Alessandro Borghese su Tv8 ed ha rappresentato il Piemonte in una avvincente sfida tra Regioni, a “colpi di padella”, contro uno chef siciliano. Ettore e la moglie Alessia deliziano i palati degli appassionati di alta cucina do più di dieci anni in una location particolarmente piacevole, nel cuore delle Langhe e spesso vengono chiamati, per la loro professionalità e disponibilità, a partecipare a “show cooking” e programmi televisivi sulla buona tavola. Dopo la sua ultima apparizione in tv, abbiamo contattato Ettore, scambiando due chiacchiere con lui.
Ettore, com’è nata la possibilità di partecipare a “Cuochi d’Italia”?
Sono stato contattato dalla redazione, che aveva visto alcuni miei piatti, ed ho partecipato al casting con altri possibili concorrenti. Essere stato scelto è stato un grande onore, ma la pressione di rappresentare in gara l’intero Piemonte si è fatta sentire fin da subito.
Quindi, un’esperienza dalle forti emozioni?
Fortissime. Per altro non aiuta lavorare davanti a due chef del calibro di Cristiano Tomei e Gennaro Esposito. Non solo assaggiano, ma guardano e commentano ogni mossa e al loro giudizio tenevo davvero tanto.
Hai avuto modo di conoscere Borghese, cosa vi siete detti?
Alessandro è stato un cortese padrone di casa. Naturalmente i tempi sono sempre strettissimi e le chiacchiere sono state ridotte all'osso. Invece con gli altri due giudici, a fine gara, ho anche avuto modo di scambiare due parole, sono stati tutti molto gentili e disponibili.
Menù tradizionale di alto livello
Purtroppo la sfida televisiva ha visto trionfare lo sfidante siciliano, il palermitano Mario Russo, che si è imposto sul filo di lana con il punteggio finale di 26 a 25, battendo Ettore dopo le valutazioni dei giudici. Lo chef doglianese ha comunque saputo ingolosire il pubblico e soprattutto il palato degli esigenti giudici con una proposta di alto livello, puntando forte sui tipici tajarin all’albese con tartufi e fegatini, sul pollo alla Marengo e sulla trota alla piemontese, mentre il siciliano ha proposto pasta con le sarde, involtini di pesce spada e cous cous di pesce alla trapanese.