Quando ci si incontrò per la prima volta, nei rispettivi ruoli di giudice e di giornalista, fu nei primi anni ‘90, a Fossano. Allora Paolo Perlo era pretore del Mandamento e chi scrive seguiva i processi che si celebravano in quel di Fossano e di Ceva. Ora, all’età di 66 anni, dopo 38 anni dedicati al servizio dello Stato, dopo aver ricoperto tutta una serie di incarichi, il dottor Paolo Perlo, col 31 dicembre lascerà la magistratura, per andare in pensione. Quando gli chiesi di incontralo, per una chiacchierata, mi disse di passare nel suo ufficio, a Cuneo, un sabato mattina. «Sto mettendo ordine e potremo parlare». Fu la sua risposta.
E così è stato. Una chiacchierata informale che ha solo sfiorato il trascorrere del tempo e dei mutamenti avvenuti durante la sua presidenza. «Sa – mi ha confidato – arrivo alla pensione con il piacere di aver svolto un’attività che ho sempre amato. Per questo mi ritengo fortunato. Un’attività ricca di soddisfazioni, nella quale sono stato impegnato moltissimo, con la convinzione di fare di qualcosa in cui ho sempre creduto. Avrei anche potuto restare. Ma mi sono reso conto che avrei sottratto ancora tempo prezioso alla famiglia. Poi mi sono anche proposto di dare spazio ad interessi di studio e di cultura: la nostra Italia è così bella che merita di essere visitata. E mi sono anche detto che fra i primi luoghi che vorrò raggiungere ci sono quelli della prima guerra mondiale. Un tributo alla storia».
Non ha parlato, il dr. Perlo, della sua esperienza in magistratura. Solo un cenno al suo incarico di presidente del Tribunale di Cuneo, avvenuto nel 2008, con il grande cambiamento degli anni scorsi, quando i Tribunali di Mondovì e Saluzzo furono accorpati a quello di Cuneo. Un evento che si concluderà solo nella prossima primavera, quando terminati i lavori potranno essere utilizzati i locali della ex scuola Lattes e tutte le sezioni del Tribunale potranno essere funzionanti nel capoluogo della provincia. Un Tribunale in grado di assolvere al ruolo che gli è stato attribuito con l’assegnazione di nuovi magistrati: ora sono 27 con 91 impiegati, più del doppio del pre-accorpamento.
«Inoltre – ha continuato – vorrei dedicarmi anche ad un hobby che ho trascurato, la fotografia. Mi dica, quale macchina fotografica mi consiglia?». «Una Nikon, presidente – la mia risposta – anche se la Canon non è da meno...».
Poi una stretta di mano con l’arrivederci al di fuori del Palazzo di giustizia, come si conviene a vecchi amici che si ritrovano solo per il gusto di fare “quattro chiacchiere”».