Un cantiere fermo da anni. Solo che ora la storia si complica: perché il restauro di Sant’Evasio, a Carassone, è finito nel calderone delle opere sospese nel limbo dell’incognita di Marcovaldo. La grande Associazione culturale cuneese ha annunciato che chiuderà e verrà messa in liquidazione. Tutto dovrebbe passare nelle mani della Fondazione Artea. Una pessima notizia, che i vertici dell’associazione hanno tentato di evitare in ogni modo ma su cui la stessa presidente, Daniela Formento, non ha potuto che adeguarsi alla situazione.
La fine di Marcovaldo
L’Associazione culturale (che un anno e mezzo fa subì lo scossone dopo lo scandalo che travolse l’allora presidente, Fabrizio Pellegrino, condannato a 11 anni per violenza sessuale, prostituzione minorile e pedopornografia) navigava da tempo in cattive acque, soprattutto dal punto di vista finanziario. La scorsa settimana è arrivata la conferma ufficiale: Marcovaldo chiuderà definitivamente e verrà liquidata. Un epilogo che si era cercato di evitare, soprattutto per le conseguenze che ricadranno sui dipendenti: «La decisione, per quanto sofferta, nasce dalla presa d’atto della volontà del territorio – ha dichiarato il presidente Daniela Formento –, chiaramente espressa da alcuni suoi rappresentanti nel corso di incontri ufficiali, di subordinare la nomina del Consiglio di amministrazione della Fondazione Artea alla cessazione dell’attività di Marcovaldo. Dinanzi all’assenza di una volontà da parte degli esponenti della comunità locale di intraprendere un altro percorso, non resta che constatare l’impossibilità di giungere ad un accordo, in quanto la situazione attuale priva Marcovaldo delle necessarie condizioni per il prosieguo della propria azione». Le difficoltà economiche sarebbero grandi, e in questo modo la situazione finanziaria non si ribalterebbe sulla Fondazione che ne continuerà il cammino: Artea, a cui aderiscono la Provincia, la Regione e circa 50 Comuni fra cui anche Mondovì.
Criticità e incertezze sui lavori a Sant’Evasio
La chiesa di Sant’Evasio è sotto cantiere da quasi 5 anni: è stato rifatto il tetto, ci sono stati lavori alla sacrestia e soprattutto i restauri agli interni che hanno consentito di riportare alla luce antiche pitture preesistenti. Poi… tutto si è fermato. La parrocchia l’ha data in concessine al Comune, il quale l’ha passata nelle mani di Marcovaldo. Don Alfredo Costamagna, parroco di Carassone, racconta: «Oggi la Parrocchia è “fuori dai giochi”, non abbiamo nemmeno le chiavi. La nostra grande preoccupazione è che, stando a quanto ci hanno confermato anche alcuni esperti delle Belle Arti, il grosso telone che ricopre la chiesa potrebbe non lasciar respirare le pitture e danneggiarle». Mariangela Schellino, assessore alla Cultura di Mondovì: «In modo inatteso abbiamo appreso dai giornali la decisione del direttivo di sciogliere “Marcovaldo” già nel prossimo mese di giugno, senza dunque attendere come si era ipotizzato che prima avvenisse il trasferimento alla Fondazione Artea dei beni culturali attualmente nella disponibilità dell’associazione. Ne prendiamo atto e auspichiamo che già nella prossima riunione della Fondazione stessa, di cui Mondovì fa parte, venga esaminata la questione, definendo i progetti di valorizzazione futura dei diversi fabbricati». Poi aggiunge: «Purtroppo sul futuro dei lavori a Sant’Evasio non abbiamo alcuna certezza. Possiamo solo sperare che Artea se ne faccia carico, ma al momento non c’è stata ancora nessuna decisione in merito, né contatti ufficiali».