Sant’Evasio: nulla di fatto, l’ex chiesa di Carassone torna senza destinazione

resta in mano al Comune. Si troveranno mai i soldi per rimetterla a posto?

Nuovo capitolo della “Saga di Sant’Evasio”: ormai un vero romanzo, di quelli a puntate. Nel senso che, almeno per ora, non se ne vede la fine. L’ex chiesa di Carassone avrebbe potuto tornare alla Parrocchia, la quale a sua volta aveva avuto un interessamento da parte della comunità ortodossa per farne un luogo preghiera. Ma questa ipotesi sarebbe ormai del tutto sfumata. E allora che ne sarà della chiesa?

Sant’Evasio è sotto cantiere da ormai 6 anni. È stato rifatto il tetto, ci sono stati lavori alla sacrestia e soprattutto i restauri agli interni che hanno consentito di riportare alla luce antiche pitture preesistenti. La Parrocchia l’aveva data in concessione al Comune, per farne una sala culturale polivalente destinata a ospitare mostre, rassegne, convegni. Il Comune la passò nelle mani dell’ex-Associazione culturale “Marcovaldo”: Associazione che però ha chiuso i battenti ed è stata liquidata un anno fa. Oggi le attività di “Marcovaldo” sono passate nelle mani delle Fondazione “Artea”: ma questo non vale per i beni, e quindi non vale per Sant’Evasio (ce lo ha confermato la stessa neo presidente, Michela Giuggia). Qualche mese fa era stata ventilata l’ipotesi che l’ex chiesa tornasse alla Parrocchia, che a sua volta l’avrebbe affittata alla comunità ortodossa, che a Mondovì non dispone di un proprio luogo di preghiera. Ma anche questa idea sembra essere sfumata.

Quindi Sant’Evasio torna nelle mani comunali. Per farne cosa, e soprattutto con quali fondi? Il Comune spera di ritagliare le risorse disponibili riducendo l’accantonamento dopo aver approvato il nuovo Piano regolatore, come si legge nel Documento di programmazione 2017-19: «A seguito dell’approvazione della proposta tecnica della variante al PRGC sarà possibile, alla luce dei contenuti della stessa e delle determinazioni assunte dal Consiglio, ridurre l’accantonamento liberando ulteriori risorse che potranno essere utilizzate per integrare sia le spese correnti che il programma degli investimenti reperendo risorse da destinare prioritariamente al finanziamento di interventi già inseriti nel DUP quali, ad esempio, il completamento del recupero della chiesa di Sant’Evasio». E, tanto per restare nella metafora, questo sarà il nuovo capitolo della saga. Alla prossima puntata.

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