Tranquilli. Prima di tutto tranquilli. Non voglio parlare male del Governo. Né parlarne bene. Non voglio proprio parlarne. Quando sbadanzi come me, non hai voglia di parlare di robe simili. Queste robe tremende che incombono su di te, come la Malattia, la Morte, la Miseria, i Debiti, la Depressione, la Disperazione. Il Governo è una di queste. E anche solo per scaramanzia non ne parli. Il Governo può essere Rosso (sì, e quando mai…), Rosa sbiadito tendente al Bianco, Verde-Azzurro o Giallo-Verde: ma nella tua percezione è sempre Nero, o al massimo Rosso-Bruno come i tramonti sul castello di Dracula. E già, perché se sei un uomo o una donna di Sbadanza la tua percezione del Governo oscilla tra quella di un vampiro e quella di un fenomeno naturale implacabile, imprevedibile, inesorabile come può essere un terremoto, un’alluvione, una grandinata, un incendio devastante. Cosa sai tu del Governo? Niente, in realtà, solo che il Governo può decidere da un momento all’altro che tu non potrai più detrarre (o dedurre? Non lo hai mai capito) i soldi che spendi per le badanti – in misura minima rispetto alla spesa totale, per carità, ma almeno non vai in rosso. Il Governo può decidere di cancellarti la legge 104, o l’indennità di accompagnamento, o la detrazione (o deduzione? Boh) per le sedie a rotelle, o decidere di punto in bianco che non hai più diritto al montascale a cingoli – a quello fisso già non ce l’hai, e o puoi installartelo con i tuoi soldi oppure stai senza. Il Governo – come i disastri naturali – può camuffarsi da entità benefica e prendere decisioni che in apparenza sono positive per te, ma metterti così tanti paletti e limiti da rendertele indifferenti o cattive. Il Governo per te che sbadanzi non è il Governo come lo è per la Costituzione. Nel senso che tu con Governo – e la vecchietta che accudisci ancora di più, solo che lei dice Guvarn – non intendi il potere esecutivo formato dal Presidente del Consiglio e dal Consiglio dei Ministri. No, tu con Governo – come i vecchi contadini montanari – intendi tutto l’insieme del Potere: e così per te Governo è tutto, anche l’INPS è Governo, anche la Regione è Governo, anche la Magistratura è Governo, forse solo i Comuni non lo sono perché i sindaci li vedi e vedi che sono travolti dal Governo anche loro. Tu ragioni ancora come il popolano romano di Giuseppe Gioacchino Belli (La vita de l’omo, v. 9-10):
poi viè ll’arte, er diggiuno, la fatica
la piggione, le carcere, er governo..
E pensare che etimologicamente Governo è una parola così bella! Lo so, l’avete sentito mille volte: ma è pazzesco, no, pensare che il latino gubĕrna(m) voglia dire ‘timone’ e che ‘governare’ in origine significhi ‘dirigere con il timone’, ‘pilotare una nave’? Immaginate questi primi Latini, che vedono i Greci stanziati in Campania muoversi per mare con delle navi governate da un timone, e prendono il verbo greco κυβερνάω [kyberˈnaō] ‘guidare con il timone’ trasformandolo in un verbo politico e giuridico. Bravi, i Latini. Come sempre, bravi a copiare – anche se in questo caso hanno trasformato molto: la /k/ del greco diventa una /g/, la /y/ diventa una /u/ - ma forse si leggeva già così. Dante, che la sapeva molto lunga, usa il termine mostrando di conoscere bene il suo significato originario. Ma Dante non praticava Sbadanza – tu invece sì, e quando senti la parola Governo da anni e anni puoi soltanto pregare che il Cielo lo tenga buono e non ne susciti le ire ed i fulmini. L’uragano Governo, contro cui non c’è ombrello che tenga, tanto più se giri in sedia a rotelle.