In collaborazione con GEA
Sarah ha da poco adottato un cane e ci chiede quale sia l’alimentazione ideale per il suo nuovo amico. Abbiamo pensato così di intervistare la dott.ssa Liviana Prola, medico veterinario nutrizionista specializzata in nutrizione degli animali d’affezione.
Dottoressa, prima di tutto, quanto è importante che l’alimentazione del cane sia corretta?
Il cane, contrariamente a quanto si crede, non è un onnivoro ma è un “carnivoro modificato”. Perciò, la vicinanza con l’uomo lo ha reso molto adattabile in termini alimentari, ma comunque non lo ha reso un onnivoro. Per questo motivo, la sua alimentazione deve essere più “curata” rispetto alla nostra che, invece, essendo onnivora, può essere soddisfatta con alimenti meno “ricercati”. Un’alimentazione corretta è dunque alla base della salute di tutti gli animali, a maggior ragione nel cane e nel gatto.
Quante volte al giorno può mangiare il cane? E quanto?
Se parliamo di un cane sano, si alimenta normalmente 2 volte al giorno. Può essere utile aumentare il numero dei pasti solo in soggetti con diabete, in sovrappeso o con disturbi gastrici. Il “quanto” è un dato individuale che varia per ogni cane ed è influenzato da una miriade di fattori come: tipologia di alimento, grandezza del cane, razza, attività fisica, ambiente in cui vive, se è o meno sterilizzato/castrato, ecc.
Quali sono gli alimenti proibiti?
Gli alimenti che possono provocare tossicità nel cane vanno dalla cioccolata all’uva, dall’aglio alle noci di macadamia, dal caffè all’avocado perciò è necessario confrontarsi con un esperto prima di essere “creativi” sulla somministrazione di alimenti non specifici per un cane.
Meglio dieta casalinga o industriale?
Una risposta definitiva non c’è poiché ci sono alimenti commerciali ottimi e alimenti commerciali pessimi. Così come ci sono ottimi piani casalinghi e piani casalinghi con errori madornali che possono nuocere gravemente alla salute del cane.
Per concludere, può dirci un mito da sfatare sull’alimentazione?
Forse il “mito” più sovente chiamato in causa è proprio quello relativo alla scarsa qualità degli alimenti commerciali. In Europa gli alimenti commerciali sono prodotti miscelando materie prime che derivano dagli stessi allevamenti e dalle stesse coltivazioni da cui provengono i nostri alimenti. Non esistono allevamenti o macelli di animali destinati alla sola produzione di crocchette per cui potremmo ipotizzare standard qualitativi più bassi, ma solo quelli da cui derivano i nostri alimenti, perciò gli standard qualitativi sono gli stessi. Semplicemente la trasformazione a cui vengono sottoposti e, nel caso delle crocchette, l’aggiunta di antiossidanti, consentono di conservarli per un tempo lungo. Nel caso degli umidi, invece, non vengono aggiunti neanche degli antiossidanti, perciò la lunga conservazione viene garantita unicamente dal trattamento termico. Grazie, dottoressa
Per Gea - Stefania Labruzzo