A breve arriveranno a Sant’Albano diversi reperti longobardi, rinvenuti durante gli scavi della ormai famosa necropoli del Ceriolo. Dopo un lungo “tira e molla”, il Comune è riuscito ad avere il “via libera”. La ex cappella di Sant’Antonio, appena recuperata in centro paese, ospiterà un allestimento “ad ampio raggio”, che sarà collegato anche all’esposizione longobarda già presente al Museo civico di Cuneo. La campagna di scavi, durata 10 anni (si è iniziato a lavorare sul sito nel 2009, con il cantiere della Asti-Cuneo), e il progetto di valorizzazione e promozione legato ai rinvenimenti sul sito, sono stati illustrati nei particolari dagli addetti ai lavori in municipio, la mattina di martedì 16 aprile. «Finalmente torneranno a casa alcuni dei reperti rinvenuti a Sant’Albano – ha spiegato, soddisfatto, il sindaco Giorgio Bozzano –. L’apertura del Museo però avverrà nel mese di giugno, una volta che si sarà insediata la nuova Amministrazione comunale, dopo le elezioni». Molto soddisfatte del lavoro realizzato, anche la dott.ssa Egle Micheletto e la dott.ssa Sofia Uggè, della Soprintendenza per i beni archeologici, che hanno spiegato: «La necropoli del Ceriolo è stata davvero un ritrovamento inatteso e, ad oggi, rappresenta un unicum in Italia, per diverse sue caratteristiche. La campagna ha previsto 9 mesi di scavi sul posto e poi anni e anni di studio in laboratorio. La necropoli è stata scavata integralmente e sono emerse 842 tombe, delle quali ben 560 provviste di corredo funebre. A fine 2019 verrà pubblicato un volume sui lavori alle necropoli».

Il Museo in Sant’Antonio ospiterà una serie di filmati sugli scavi e sulla storia longobarda sul lungo Stura, una serie di pannelli informativi e, ovviamente, alcune teche con i reperti veri e propri. Si tratta soprattutto di monili, armi e oggetti di uso quotidiano, che costituivano il corredo funebre di coloro che erano stati sepolti nell’area. Al progetto hanno collaborato le Fondazioni bancarie Crt, Crc e Crf, oltre alla Bcc di Sant’Albano e Casalgrasso.
Vino e canapa: ritrovamenti “particolari” sul lungo Stura
Al Ceriolo sono stati rinvenuti anche strumenti per la lavorazione del vino e della canapa. Un ritrovamento che non ha precedenti in zona e che conferma come l’area, con la presenza della vicina risorgiva di Castelletto e con il fiume Stura, fosse adatta anche per coltivazioni di questo genere, già al tempo dei Longobardi.