
Venerdì scorso, a sorpresa, il ministro Danilo Toninelli ha dato il grande annuncio. Si realizzerà il progetto del traforo di Armo-Cantarana.
Armo-Cantarana: un'opera fondamentale
I presidenti delle Camere di Commercio di Cuneo, Ferruccio Dardanello, e delle Riviere di Liguria, Luciano Pasquale, l’hanno definito un'«opera di prioritario interesse, che porterà sostanziale miglioramento dei collegamenti tra il basso Piemonte, l’Imperiese, il Savonese, tutto il Ponente ligure e la vicina Costa azzurra, incrementando potenzialità e funzionalità di un corridoio strategico che collega l’Europa al Mediterraneo. Un sogno che potrebbe diventare realtà entro il 2025».
Traforo di Armo-Cantarana: un sogno dagli anni '80
È da prima degli anni ’90 che si discute del traforo di valico Armo-Cantarana. In quel periodo, su costanti sollecitazioni al Governo delle Province e dei Comuni interessati, nonché delle categorie economiche per un adeguamento strutturale della parte più tortuosa del collegamento, Anas predispose un pianto su tre interventi: la variante Pontedassio-Imperia, la SS1 Aurelia bis variante dell’abitato di Imperia e la variante Pieve di Teco-Ormea con, appunto, il traforo Armo-Cantarana. I primi due vennero realizzati, oltre a una variante dell’abitato di Pieve di Teco e al collegamento con Acquetico, punto di arrivo della variante di valico fino a Ormea. Per il traforo Armo Cantarana: venne redatto un preliminare e furono eseguite indagini geognostiche con il risultato del pre-traforo. Poi tutto si è fermato. Sabato 20 luglio, dopo quasi trent’anni, l’opera è tornata alla ribalta. Se n’è discusso, su iniziativa delle Camere di Commercio di Cuneo e della Riviera ligure, proprio davanti al foro pilota.
Armo-Cantarana: il progetto definitivo
Ma cosa prevede, nello specifico, il progetto definitivo? L’attuale tracciato che collega Cantarana ad Acquetico si sviluppa su 13,800 km particolarmente tortuosi, che attraversano undici nuclei abitati, con un dislivello di 662 m e un tempo di percorrenza di circa 25 minuti. La soluzione proposta ridurrebbe il percorso a 9,3 km, per un dislivello di 370 m e una percorrenza di 6 minuti; senza attraversare nuclei abitati. Un’opera che conta sette viadotti e otto gallerie (la più lunga il traforo Armo- Cantarana, circa 3 km), dallo svincolo di Acquetico a quello di Armo, per 4,3 km; dallo svincolo di Armo alla prima rotatoria dello svincolo di Cantarana, per circa 4,4 km; e da qui a una seconda rotatoria dello stesso svincolo, per una lunghezza di 0,4 km. Un lavoro da realizzare, stando alle tempistiche quantificate, in 1.020 giorni, cioè due anni e nove mesi circa.

L'annuncio di Toninelli. Armo-Cantarana si fa
Nei giorni scorsi il ministro alle Infrastrutture, Toninelli, ha annunciato che la progettazione è stata inserita nell’aggiornamento 2019 del contratto di programma Anas-Mit 2016-2020: un concreto passo avanti nella definizione dell’intervento. Che però, al momento, attende la copertura finanziaria: stando al calcolo sulla base del prezziario Anas 2019, l’investimento ammonta a 304.216.922,70 euro. Un costo considerevolmente ridotto essendo già presente il foro pilota. Il progetto, chiuso da anni nei cassetti del Ministero, è stato “rispolverato” nell’ambito della «ricognizione delle opere incompiute recentemente promossa – ha spiegato durante l’incontro di sabato Barbara Casagrande, direttore generale Edilizia statale Mit –. Ne abbiamo constatato la priorità e il forte interesse dell’imprenditoria».
Venerdì scorso, a sorpresa, l'annuncio del ministro su facebook, un giorno prima della presentazione ufficiale
Armo-Cantarana: in questi giorni al Cipe
E proprio in questi giorni approderà sul tavolo del Cipe, Comitato interministeriale programmazione economica, convocato per l’aggiornamento del contratto di programma 2016- 2020. «Dobbiamo analizzarne il rapporto costi benefici – ha precisato Antonio Parente, direttore generale Sicurezza strade al Mit –, ancorché la strategicità paia evidente. L’opera è già stata finanziata per 5 milioni di euro. Ora ne servono altri 300; è chiaro che occorrano verifiche, necessarie anche per riferire a Anas». «Con i finanziamenti già stanziati pagheremo i progettisti – ha concluso Dino Vurro per Anas –. Intanto abbiamo già una prima parte di pareri favorevoli, dalle Regioni e dal Ministero. Entro settembre- ottobre potremmo presentare il definitivo per poi avviare l’iter delle autorizzazioni dei vari organi competenti. Dateci una mano per accelerare l’iter. Tenuto conto che per andare avanti serve comunque la copertura finanziaria».
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