L’ombra dei “dazi pazzi” Usa incombe sul vino di Langa

Cantine preoccupate dalle minacce di Trump. Coldiretti: «I nostri imprenditori non possono pagare per una guerra commerciale sull’industria degli aerei!»

Continua senza soste il pressing di Coldiretti sul Governo affinché si mettano in atto tutte le iniziative necessarie a scongiurare l’applicazione dei dazi sul vino, annunciate dagli Stati Uniti. In più, tramite i propri uffici di Bruxelles, Coldiretti è costantemente in contatto con la direzione generale Agri e Trade per sostenere nelle sedi di alta rappresentanza europea che il vino, al pari degli altri prodotti agricoli, non può pagare il prezzo di una guerra commerciale relativa all’industria degli aerei. La speranza è che queste azioni possano portare al risultato atteso. Coldiretti ha già posto ai tavoli istituzionali la necessità di misure di compensazione a favore dei settori colpiti, anticipando che le modifiche alla misura di promozione Paesi terzi annunciate non sono comunque sufficienti. Alla base della preoccupazione dei viticoltori del Cuneese c’è l’annuncio di Donald Trump di possibili nuovi dazi fino al 100% su una gamma di prodotti Ue, nell’ambito della disputa nel settore aereonautico tra l’americana Boeing e l’europea Airbus, con la minaccia di applicare la clausola del “carosello” ossia la revisione della lista dei prodotti e delle percentuali di dazio applicate. Ciò potrebbe avere gravi ripercussioni sul settore vitivinicolo italiano, finora escluso dai dazi statunitensi. La preoccupazione è forte nelle cantine cuneesi, in particolare dell’Albese, delle Langhe e del Roero, che trovano oltre confine il miglior mercato, esportando il 75% delle bottiglie prodotte per un valore di 450 milioni di euro su un totale stimato di 600 milioni all’anno. «Gli americani apprezzano particolarmente i vini delle nostre colline, tanto che il 40% delle bottiglie prodotte nel Cuneese – rende noto Coldiretti Cuneo – è destinato al mercato statunitense. Si tratta soprattutto di Barolo, Barbaresco e Moscato d’Asti, ma anche Roero Arneis, Barbera d’Alba e Nebbiolo». Tasse aggiuntive per le vendite sul mercato a stelle e strisce affosserebbero un comparto vitale per l’economia cuneese. Un danno enorme anche per gli importatori americani, che si sono mossi con una petizione contro l’aumento dei dazi che comporterebbero ripercussioni economiche interne elevatissime, con una perdita stimata di oltre 2 miliardi di dollari. «Ci sono le condizioni per avviare un dialogo costruttivo ed evitare l’acuirsi di uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti – commenta Roberto Moncalvo, delegato confederale di Coldiretti Cuneo –. Ci vuole un impegno forte, a livello nazionale ed internazionale, per sventare una minaccia devastante per il Made in Italy agroalimentare, i nostri imprenditori non possono pagare il prezzo di una guerra commerciale relativa all’industria degli aerei».

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