Era da settimane che si vociferava che il passo sarebbe stato fatto. Ed è arrivato oggi: Luigi Di Maio si è dimesso da capo politico del Movimento 5 Stelle. «Oggi si chiude un'era – ha dichiarato in diretta streaming, dalla riunione coi Facilitatori del M5S –. Ho iniziato a scrivere questo discorso un mese fa. Il movimento deve rifondarsi. Siamo stati l 'incubo di tutti gli analisti politici: nessuno avrebbe scommesso un euro su quello che avremmo fatto. Forse non abbiamo creduto abbastanza in noi stessi e troppo spesso abbiamo dato la percezione di un movimento del "tutti contro tutti". Ci hanno dipinto litigiosi perché non potevano dipingerci come corrotti. Ma abbiamo lavorato».
Fabiana Dadone, ministro per la PA del governo in carica: «Dico grazie a Luigi: perché ha portato sulle spalle le colpe di tutti e le invidie di troppi. Grazie perché ora ci metti innanzi alle nostre responsabilità, dall'attivista al ministro, senza un capro espiatorio a disposizione. C'è veramente chi crede che sfogarsi pubblicamente abbia giovato al Movimento, al nostro progetto politico? Nella nostra storia ci sono stati il "direttorio", il passo di lato di Beppe, la scomparsa di Gianroberto. Ora il passo di lato è quello di Luigi, ma il passo in avanti è quello dei facilitatori, e ci obbliga a diventare grandi, se possibile ancora di più. Ora il Movimento 5 Stelle deve affrontare quest'ultima prova di maturità, ma non lo può fare senza riconoscerti l'impegno e la dedizione che hai mostrato.
Siamo quelli delle proposte, delle politiche chiare e pratiche, degli interventi veloci e mirati. Ora dobbiamo parlare ancor di più dei nostri risultati, perché sono tanti e stanno cambiando l'Italia. Facciamolo sapere e non fermiamoci».