È decisamente il reperto che non ti aspetti di vedere, anche perché non se n’erano mai visti di simili. Almeno non su questo tipo di supporto, che presuppone una dignità già più elevata rispetto all’incisione grezza su una roccia (siamo agli albori della civiltà, quando i supporti per la scrittura erano tutti piuttosto preziosi). Il papiro erotico-satirico restaurato e esposto nello Spazio Innovazione della Fondazione Crc è davvero un pezzo unico, da tutti i punti di vista. Il suo scopritore, Bernardino Drovetti (la sua collezione, di oltre 4.000 oggetti, costituì il primo nucleo del Museo Egizio torinese), lo rinvenne casualmente, quando un commerciante di antichità lo mise al cospetto di un tavolo ricolmo di frammenti di papiri: fu rimesso insieme dopo ore di paziente lavoro, insieme ad altri reperti. Ne furono ricavate due copie, da una di queste (realizzata da Rosellini, considerato il fondatore dell’egittologia italiana) un artista trasse una versione finale, colorata e “integrata” delle inevitabili, grosse, lacune, che è esposta al Louvre di Parigi. A Cuneo è disponibile in video-proiezione e il risultato è effettivamente impressionante. Il tempo ha reso difficile leggere l’originale, ma anche qui lo Spazio Innovazione è in grado, con le sue video-proiezioni e i ledwall, di sopperire, aiutando il visitatore a vedere ciò che solo con gli occhi del neofita è impossibile decifrare. La nostra idea della civiltà egizia è quella di un mondo serioso, tutto proteso verso l’aldilà, anche per questo i buffi e scollacciati disegni del papiro, che scandalizzarono Champollion, ci sorprendono: non è pornografia, ma satira come la intendevano migliaia di anni fa. Il fatto che sia realizzata su papiro, un materiale comunque costoso e considerato pregiato, è segno inequivocabile che questo lavoro non era un divertissement fine a se stesso ma era destinato ad un pubblico: tant’è che si ipotizza fosse una sorta di “fumetto” ante litteram, per il divertimento di una classe nobile o comunque colta. Gli egizi sapevano anche sorridere, insomma, e lo facevano soprattutto con il paradosso, ipotizzando un mondo alla rovescia in cui i topi danno la caccia ai gatti e le gazzelle ai leoni; in cui gli animali si comportano in tutto e per tutto come degli esseri umani (quasi prefigurando le figure antropomorfe oggi normalmente presenti in fumetti e opere d’animazione): ci sono scimmie che suonano strumenti a fiato, un coccodrillo liutista, un leone alla lira e un asino che suona l’arpa.
Alla presentazione del reperto è intervenuto direttamente il direttore dell’Egizio, Christian Greco, con tutta la sua squadra di collaboratori: Susanne Topfer, responsabile della collezione papirologica e i curatori del Museo: Enrico Ferraris e Cedric Gobeil. A fare gli onori di casa c’erano Ezio Raviola, vicepresidente della Fondazione Crc, Michelangelo Pellegrino, presidente di Crc Innova.
Informazioni utili
La mostra, resterà aperta al pubblico fino a domenica 27 febbraio da martedì al venerdì dalle 15.30 alle 20, sabato e domenica dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 20. Al mattino sono previste visite guidate per le scuole.
Il comic book degli dei
di Lorenzo Barberis
In questi giorni, in mostra a Cuneo, presso lo “Spazio Innovazione” della CRC, è presente un reperto particolarmente affascinante della cultura egizia. Il papiro a tema erotico-comico esposto dalla fondazione Crc è un reperto particolarmente affascinante e significativo: la stessa ricca e accurata presentazione multimediale lo definisce, a ragion veduta, “un comic book per i nobili”. Spesso, per nobilitare il fumetto, si ricostruisce giustamente la sua preistoria nella lunga tradizione dell’arte sequenziale (e il gotico piemontese del ‘400, che ha il suo fulcro nell’area monregalese con eccellenze come San Fiorenzo e simili, ha una parte in questa sua storia): e quindi l’antenato più nobile sono le pitture parietali egizie, che raccontano storie degli antichi dei in forma di narrazione per sequenze, illustrate ad affresco e commentate in geroglifici. Qui ci avviciniamo ancora di più a un proto-fumetto: abbiamo non solo una narrazione per sequenza di immagini, ma su un supporto cartaceo, in forma di “libretto” antico, non parietale; abbiamo un tema comico, che è quello fondante del medium (e dà il nome di “comics” ai primi fumetti, quelli americani), mescolato con un tema erotico, spesso presente nei fumetti rivolti agli adulti, piaccia o meno (la commistione di erotico e comico fa pensare al fumetto underground dalle Tijuana Bibles in poi o, ingentilito e privato degli elementi più volgari, ai cartoon alla Tex Avery). Perfino la cornice che giustifica il tutto con un rimando agli dei (le vicende erotiche dei due protagonisti richiamano gli amori di Geb e Nut, il cielo e la terra nella cosmogonia egizia) potrebbe rafforzare l’idea che vede gli antichi dei egizi come antenati dei supereroi. La parte più strettamente comica è ancor più affascinante: nelle vicende di contrapposizione tra gatti, topi, oche e altri animali antropomorfizzati possiamo certo vedere Fedro ed Esopo, ma anche, nel disegno, gli antesignani di Walt Disney e degli altri. Erotismo e comicità pura sono accomunati dal tema del rovesciamento: donne avvenenti e giovani che corteggiano uomini bruttissimi, le prede che vincono i predatori. Un altro aspetto che ritorna nei fumetti, se abbiamo presente la classica dinamica alla Tom e Jerry (o ancor prima alla Krazy Kat). Insomma, in questo frammento che ci arriva dal 1200-1000 AC possiamo vedere forse il primo bagliore di un media centrale della nostra moderna cultura di massa.