Oggi Mondovì inaugura il nuovo Museo della Stampa. Ne abbiamo aprlato col vicesindaco e assessore Luca Olivieri, intervistandolo alla vigilia di quello che per il suo mandato e ruolo è un evento-cardine.
Assessore Olivieri dopo oltre 4 anni finalmente si inaugura "Liber", il Polo del Libro alle ex Orfane. Come considera questo momento, che giunge praticamente a fine del mandato?
Lo considero un importante traguardo di un progetto che, se non vogliamo chiamare “mastodontico”, comunque va almeno definito come enormemente complesso. Sarà una nuova casa per la cultura di Mondovì. È stato difficile giungere sino a qui, e il progetto si è arricchito nel corso degli anni: dalle prime ipotesi alla definizione, poi l’aggiunta del progetto del giardino del designer Kipar, ora l’arrivo del finanziamento dell’ultimo lotto… sono successe tante cose. Io credo che sia davvero un traguardo, che fra l’altro va a restituire a Mondovì un luogo storico.
Ci sono state complessità nel cantiere, poi nelle autorizzazioni, poi nell’appalto. Lei si aspettava che ci sarebbe voluto così tanto?
Sinceramente no, pensavo a tempi molto minori. E, se posso essere sincero, ci sono state volte in cui davanti a tempi così lunghi, mi sono anche posto tante domande. Mi sono chiesto: significa che abbiamo fatto una scelta sbagliata? Si poteva fare diversamente? È stato… un viaggio, ecco, diciamolo così. E durante questo viaggio, come ho detto, il progetto si è arricchito di tante opportunità.
Lei è a fine mandato e, tra l’altro, in procinto di trasferirsi all’estero: che effetto le fa il fatto di inaugurare un’opera come questa… che poi vedrà “da lontano”?
Premetto che il mio trasferimento sarà probabilmente una cosa temporanea (si trasferirà nella Somme, Francia del Nord, per questioni familiari, ndr) e che non so quale sarà il mio futuro politico a Mondovì. Ciò detto, non ho mai vissuto il mio Assessorato con senso di “possesso” rispetto a ciò che è stato realizzato: inauguriamo una cosa bellissima per Mondovì e, un domani, la godrò da cittadino monregalese. Perché è ciò che continuerò a essere.