Come tutti sanno, Elon Musk ne ha combinata un'altra delle sue. Il Falcon Heavy, un razzo progettato dalla sua SpaceX, ha lanciato una Tesla Roadster diretta verso l'orbita di Marte. Fino a qui, tutto normale (anche se è tutto speciale): un nuovo episodio di quella frenetica e ansiosa corsa al futuro che caratterizza questi ultimi anni, e che ha il 2020 come obiettivo per molte, sconvolgenti innovazioni. Tuttavia, è interessante notare come questa "invenzione del futuro" in corso sia punteggiata da numerosi precisi riferimenti alla cultura pop.
https://www.youtube.com/watch?v=v--IqqusnNQ
https://www.youtube.com/watch?v=t_KXgFpguE0
Innanzitutto, l'immagine di una macchina sportiva che viaggia nello spazio è l'intro di quell'allucinatissimo cartoon cyberpunk psichedelico che è Heavy Metal (1981), che si apre appunto con uno shuttle che rilascia una corvette guidata dall'astronauta Grimaldi (qui abbiamo al suo posto soltanto un fantoccio, purtroppo). Il film deriva dall'omonima rivista americana del 1977, ispirata a sua volta al Metal Hurlant francese, del 1974, testata cardine della nuova fantascienza fumettistica d'Oltralpe in grado di segnare l'immaginario visuale del futuro di lì in poi. La citazione di Elon Musk, per un lettore smaliziato, non è così positiva: quella macchina spaziale, atterrando sulla terra, porta con sé il Loc-Nar, la sfera di male puro che costituisce il trait d'union tra le varie sottostorie del cartoon. Non così beneaugurale per la tecnologia di cui Musk è portatore, a ben vedere; ma per fortuna non è l'unica citazione.
https://www.youtube.com/watch?v=o16TIBBInQw
La Tesla in orbita, infatti, spara a pieno volume "Life on Mars" (1971) di David Bowie, ottima per il tema della missione marziana. Originariamente si era pensato a "Space Oddity" (1969). Anche questa canzone si adatta perfettamente all'evento, ma ancora una volta la citazione ha un retrogusto sinistro per chi non si limita alla superficie. Come noto, la missione del Major Tom protagonista del testo non va certo a finire bene, e tutto il tema spaziale in Bowie / Ziggie Stardust ha un retrogusto sottilmente inquietante. A Bowie rimanda anche il nome del manichino-pilota, Starman, che può riprendere anche l'omonimo bel film di Carpenter, del 1984.
Your circuit's dead, there's something wrong
Can you hear me, Major Tom?
"Guida galattica per autostoppisti" (1979) di Douglas Adams è la terza citazione evidente messa in gioco, tramite il magnete "Don't panic" che va bella mostra di sé sul cruscotto dell'auto. Dal romanzo, riferimento imprescindibile della moderna fantascienza umoristica, è stato tratto anche un gradevole film del 2005, di cui sopra è riportato un fotogramma. Una curiosità: esiste anche un fumetto italiano di Alfredo Castelli, realizzato per il cattolico "Giornalino" dei Paolini, intitolato "Gli astrostoppisti", che riprende lo stesso concetto di fondo. Un classico adattamento italiano, ci verrebbe da pensare con simpatica indulgenza: invece, il fumetto di Castelli è ben precedente, essendo del 1971. La ragione non sta ovviamente in un improbabile "plagio dei poveri italiani" ma nella comune radice nella fantascienza sociologica-umoristica degli anni '50-'60 (viene in mente, ad esempio, "Mindswap" di Sheckley, del 1966: ma è probabile ci siano riferimenti più precisi).
Anche la Guida Galattica, comunque, non è un rimando così beneaugurale, se proprio vogliamo, dato che si apre con la fine della terra, abbandonata dall'unica razza intelligente che popola il pianeta (i delfini, ovviamente). Addio e grazie di tutto il pesce.
Elon Musk comunque non è affatto nuovo a questa strategia: egli stesso ha fatto una comparsata a fianco di Robert Downey Junior nel recente ciclo filmico di Iron Man, quasi da accreditarsi come il "vero" Tony Stark. E anche negli altri nomi, se andiamo a scavare, se non citazioni precise ci sono suggestioni: il Falcon Heavy non può non suggerire il Millennium Falcon, e la Tesla deve il suo nome al geniale inventore Nikola, pluriplagiato da Edison, assurto a un'aura quasi demiurgica negli ultimi tempi, scalzando figure relativamente più rassicuranti come il buon vecchio Einstein. Per non parlare poi dell'idea di produrre e commercializzare un lanciafiamme, andato subito sold out, che all'appassionato di Mel Brooks non può non ricordare il più amato gadget di Spaceball.
https://www.youtube.com/watch?v=GJFFQHc4KoM
Insomma, abbiamo un grande futuro davanti a noi, se riusciamo a non autodistruggerci reciprocamente grazie magari a superpotenti dal grilletto nucleare facile. La cosa interessante è che leggiamo questo futuro non con le lenti della pura, fredda razionalità scientifica, ma con quelle deformanti ed iridescenti della scientifiction più spericolata. Siamo fantascienza, non (solo) scienza, ci dice Elon Musk, e per certi versi è anche bellissimo così. Basta ricordarci che la vera SF ha sempre un sottofondo critico, se non pessimistico, anche quando celebra le avventure dell'ingegno più affascinanti (e viceversa: anche il monito più drammatico non smette mai di osservare il progresso con profonda ammirazione). Seguiamo Musk, ma ricordiamoci di rileggere, ogni tanto, Orwell, Philip Dick, Bradbury e Black Mirror.