Ci sono i personaggi dei fumetti come Topolino, gli eroi dei film come James Bond, ma anche i miti della storia dell’arte... tutto, però, mescolato al Mc Donald’s, alla Coca Cola, ai mass media. C’è chi la definisce “giocosità di taglio neopop”, chi la descrive come una mostra “dalla vena ironica”. Le opere di Francesco “Demo” Molfetta sono qualcosa di diverso, affascinante. La sua mostra è allestita in questi giorni al Museo della Ceramica di Mondovì: inaugurata il 4 maggio, resterà aperta sino al 29 luglio. L’esposizione è curata dall’artista milanese e da Christiana Fissore.
Una trentina di opere, in gran parte in porcellana del tipo neo Capodimonte, ma con soggetti contemporanei. Altre sono in terraglia dolce, materiale ceramico tipico del plurisecolare distretto ceramico monregalese, realizzate nell’unità produttiva interna al Museo: lavori “site specific” per l’occasione, frutto della collaborazione tra l’artista e la ditta artigiana Besio 1842, l’ultima manifattura che tramanda la tradizione della produzione ceramica monregalese. Da qui il titolo “Old but Gold” della mostra e la scelta di inserirne le opere all’interno del percorso permanente del primo piano, in dialogo con le stesse ceramiche della collezione museale.
I lavori di Demo intendono gettare idealmente un ponte tra l’arte classica e la cultura iconografica dei giorni nostri. L’artista lega il fatto storico di rilievo, o il mito artistico, con i personaggi dell’attualità, gli eroi dei cartoni animati e le icone del cinema. La mostra di Mondovì comprende anche un laboratorio didattico sperimentale in collaborazione con l’”Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti”, in cui l’artista conduce un’esperienza di accessibilità sensoriale. Demo declina i più importanti brand dell’economia globalizzata in sculture di matrice concettuale. E ironica.