Profughi a Carrù: guerra aperta fra Comune e coop

È guerra aperta sul caso-profughi a Carrù. Da una parte il sindaco, dall'altra la Cooperativa “Alpi del Mare”.

È guerra aperta sul caso-profughi a Carrù. Da una parte il sindaco Stefania Ieriti, che, forte di un’ordinanza di inagibilità certificata dall’Ufficio tecnico, continua a ribadire che in quello stabile di viale Vittorio Veneto, in queste condizioni, nessuno può essere alloggiato. Dall’altro, Cooperativa “Alpi del Mare” e proprietari dell’immobile, sconcertati dalla piega che ha preso la vicenda e convinti di avere tutti i requisiti per poter andare avanti con il progetto.

Il tentativo di mediazione, dunque, è fallito: dall’incontro dell’altra settimana in Municipio tra Coop e Amministrazione comunale non sono usciti elementi che possano aprire spiragli per soluzioni alternative per l’ospitalità in palazzi diversi da quello della famiglia Manfredi, considerato in zona troppo centrale. Ed è ciò che ha confermato anche il sindaco in un secondo incontro con la cittadinanza, lunedì sera al teatro “Vacchetti”, che è stata occasione per il primo cittadino per riassumere l’intera vicenda e togliersi anche qualche sassolino, chiamando a raccolta la parte del paese che si è definitivamente schierata al suo fianco. Sì, perché forse la vera novità di questa settimana, è la presa di posizione di un gruppo di carrucesi che, in una lettera (pubblicata a fianco), si dichiarano disponibili all’accoglienza, non sentendosi certo rappresentati da una “minoranza rumorosa”. La serata di lunedì, comunque, ha confermato quanto già emerso nel corso di queste settimane: «Quello stabile – ha detto il sindaco – è stato dichiarato inagibile e non a causa dell’arrivo dei profughi. Il sopralluogo dei tecnici riguarda un piano di recupero, richiesto dalla proprietà dell’immobile, già da tempo, per la realizzazione di un complesso residenziale. Ciò che l’Ufficio tecnico ha rinvenuto è stato un fabbricato abusivo e lavori realizzati mai dichiarati e quindi sanzionati. Quell’edificio non può ospitare nessuno, perché non ci sono le necessarie condizioni di sicurezza ed igienico-sanitarie».

Dura, poi, la reazione del sindaco all’interrogazione parlamentare presentata dall’on. Ariaudo di Sel: «Non solo non era presente alla manifestazione, ma ha anche affermato il falso quando dice che volevamo mettere i profughi negli ex-magazzini sulla Fondovalle. Comunque ci tuteleremo: ho già dato mandato ad un avvocato per presentare querela. Intanto, però, dobbiamo predisporre una relazione da presentare al prefetto».

Gli interventi dal pubblico, in effetti, hanno confermato posizioni poco disponibili ad una soluzione conciliante, i dubbi, i timori e anche le preoccupazioni sono tante e non sono solo legate alla paura dei profughi, ma anche alle perplessità sul funzionamento del sistema di accoglienza adottato in Italia. Unica eccezione, l’intervento del diacono Sebastiano Oreglia, che ha voluto esporre a tutti il suo concetto di accoglienza, ma non ha sinceramente trovato molto seguito.

«Resta da capire come si muoveranno Cooperativa e proprietari» ha chiuso il sindaco. Già, come si muoveranno Coop e proprietari? «Anche noi andremo avanti per la nostra strada – dice Marino Pianezze, responsabile di “Alpi del Mare” Onlus –. Certo siamo amareggiati, perché il sindaco sta facendo fare al paese una figura che non merita. L’ordinanza ci ha sorpreso, perché in quello stabile non è stato eseguito nessun tipo di lavoro, a parte aver tagliato l’erba e dato una mano di bianco ed una sistemata ai locali dove alloggeranno i profughi. Stiamo operando in piena legittimità, con tanto di documentazione e certificazioni già in possesso della Prefettura che, su queste cose, pretende giustamente ogni tipo di garanzia. Siamo una Cooperativa seria con un progetto valido».

A dirsi esterrefatto è anche l’avv. Diego Manfredi, figlio dei proprietari dello stabile: «Questo accanimento ha dell’incredibile – dice – e la volontà di farci la guerra a suon di sanzioni sa tanto di minaccia. Faremo certamente ricorso al Tar contro l’ordinanza di inagibilità, ma non solo: tutte le vie giudiziarie saranno intraprese per far sì che chi ha sbagliato paghi. Di certo non ci tiriamo indietro».

ARTICOLO COMPLETO su L'Unione Monregalese del 12 ottobre 2016

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