Canelli è un paese di diecimila abitanti nel cuore della provincia di Asti, uno dei primi del Monferrato se si arriva dalla provincia di Cuneo. Da Mondovì lo si può raggiungere correndo lungo la fondovalle Tanaro e poi risalendo, oltrepassata Alba, verso Neive, oppure, se si è più intrepidi e curiosi, passare da Murazzano, scollinare lungo il Belbo e poi seguire la cresta dell'Alta Langa tra un nugolo di piccoli paesi e borghi abbarbicati sui bricchi, ricchi di fascino ...e curve. Insomma, Canelli è un bel paesino dell'astigiano, che però si trova in una zona non certo comoda; sicuramente però il posto migliore e unico (se impossibilitati di recarsi a Venaus per il Festival della "Alta Felicità") da raggiungere per poter ascoltare nella nostra regione il live di Edda, al secolo Stefano Rampoldi, ex indiscusso leader dei Ritmo Tribale, personaggio assai particolare del panorama musicale italiano di fine anni '90 (la scoperta, raggiunto il successo musicale, dell'eroina, l'abbandono della musica e la scomparsa dalle scene, la disintossicazione e le filosofie orientali, fino al ritorno a una vita "normale" facendo il muratore, e successivamente la nuova carriera artistica) e autore di quello che sino ad oggi si può considerare il miglior disco italiano prodotto nel 2017.
Il live di Canelli è stato a dir poco sontuoso, non tanto per il contesto (una bella sagra di paese quella di Rumori dal Cortile, delicata e preziosa, come ce ne vorrebbero un po' ovunque), ma per la capacità dell'artista milanese di duplicare le emozioni, più che positive, già vissute all'ascolto dell'album Graziosa Utopia. Un cantautore che nell'ambito del pop, seppur un pop decisamente ricercato, riesce a sublimare la forma canzone attraverso delle doti canore al di fuori del comune; una proprietà della voce che se si ha l'abitudine all'ascolto (anche senza aver studiato canto) se ne può godere - specie in live - della bellezza, per tecnica e capacità di esprimere emozioni.
Un po' come le strade di Alta Langa e i paesini abbarbicati sopra di essa il concerto di Edda è pieno di sferzate, di ripidi pendii stretti, angusti calanchi, e dolci sinuosità a cui lasciarsi andare, nell'ascolto dei testi (sempre di fortissima emotività) e nelle sonorità delle canzoni, orecchiabili, ma ricche di contenuti. Se le muse, nel mondo classico, esprimevano l'idea più alta della bellezza, quella difficilmente confutabile, Edda in questo suo canto ne è l'idealizzazione moderna: un uomo con un nome di donna, che parla spesso al femminile; una musa con sembianze maschili, ma che ha la delicatezza e la sfrontatezza di una donna; una musa che incanta e ammalia, che canta di un viaggio e che riproduce, con la propria idea, un mondo che troppo spesso non siamo abituati a vedere, o che osserviamo, sempre troppo protetti dalla nostra quotidianità. Edda ci mette di fronte al muso la realtà, una realtà magari diversa da quella a cui siamo abituati, con un misto di lirismo e verità.
Il live ha visto una proposta abbastanza corposa del nuovo album, e una serie di brani "storici" come Milano (da Semper Biot, 2009) che hanno segnato la seconda vita di questo autore e interprete che varrebbe la pena conoscere e approfondire.
Il videoclip di Signora, brano tratto dall'ultimo album Graziosa Utopiahttps://www.youtube.com/watch?v=jq97N_kPtVICon Milano cui Edda tornò sui palchi nel 2009 (Semper Biot) e con questo brano il cantautore milanese ha aperto l'encore del suo live a Canellihttps://www.youtube.com/watch?v=wU_oHac24XM