«La donna è come il lupo: robusta, piena di energia, di grande forza vitale, capace di dare la vita, leale, errante» (“Donne che corrono con i lupi”, Clarissa Pinkola Estés)
Imprenditrici, lavoratrici, studentesse, insegnanti, con incarichi pubblici, nel volontariato, nello sport. Donne. Giovedì è l’8 marzo, ed è la Giornata internazionale dei diritti delle donne. Noi la chiamiamo genericamente “Festa della donna”, ricorrenza che a volte si sintetizza con una mimosa e una cena al ristorante. C’è di più, ci deve essere di più. Lo abbiamo chiesto a loro, a tante di loro. Di tanti ambiti diversi.
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Esiste un ambiente lavorativo dove la figura femminile è sempre stata quella dominante: la scuola. Donatella Garello è la dirigente della scuola più “gettonata” di Mondovì, l’Alberghiero. Insegnante, mamma e da poco nonna, la sua è una visione particolare, anche per il contatto col mondo dei ragazzi e delle famiglie.
Professoressa, lei lavora in un ambiente che è sempre stato a maggioranza “rosa”. Esiste una sorta di… discriminazione inversa?
No, non c’è nulla del genere. È vero che è un mondo a maggioranza femminile, anche se meno di un tempo. E mi piacerebbe fosse ancor più bilanciato, perché dalla parità di generi arriva sempre un reciproco arricchimento. E questa è una cosa importantissima, soprattutto nel settore dell’educazione. Diciamo che questa situazione nasce dal fatto che l’insegnamento è un lavoro che consentiva alle donne e mamme di avere più tempo da dedicare alla famiglia. Oggi, in questo senso, c’è più bilanciamento.
Oggi che equilibrio vede nei rapporti uomo-donna nelle famiglie? Una madre segue l’andamento scolastico dei figli più o meno di un padre?
Direi che non esiste una differenza di questo tipo: entrambi i genitori controllano i registri elettronici e vengono ai colloqui parentali, anzi spesso vengono assieme e in particolar modo quando ci sono situazioni specifiche. Va però detto che oggi le famiglie stanno attraversando una fase di profonda trasformazione sociale e di difficoltà, in cui il ruolo della scuola spesso si trova a dover fare da “mediatore” nel rapporto genitore-figlio.
E invece che equilibrio vede nei generi fra gli studenti?
Direi che non ci sono distinzioni. Le problematiche dei giovani sono le stesse sia per i ragazzi che per le ragazze. Il problema sta nel riuscire ad aiutarli a trovare dei punti di riferimento sani, dei modelli del mondo adulto. La scuola e la famiglia devono aiutarli a puntare i fari nella giusta direzione. Spesso, purtroppo, lo “sfogo mediatico” che li circonda rende molto difficile questo compito.