Col prolungarsi dell’emergenza del Coronavirus, si sono moltiplicati naturalmente inevitabili complottismi sul virus, le sue origini, le conseguenze che ha causato. Ma tenendoci a distanza da queste speculazioni, sono però interessanti le molteplici anticipazioni letterarie. La più nota è quella di “The eyes of darkness”, libro del 1981 di Dean Koontz che parla di un virus creato in laboratorio e sfuggito ai suoi creatori. Nella prima versione si tratta del sovietico Gorki- 400; nella riedizione del 1996, post crollo del muro, il virus diviene prodotto nel laboratorio cinese di Wuhan. Anche la presunta “veggente” americana Sylvia Browne, nel suo libro “End of Days” (2008) prevede, “intorno al 2020”, una grande pandemia. Ma il volume è strutturato come le Centurie di Nostradamus o testi simili: al loro interno si immaginano diversi scenari futuri possibili, in modo che qualcuno risulta per forza vero e può essere poi rivendicato come tale dal “veggente”. O dai suoi seguaci, in questo caso, poiché la Browne è scomparsa nel 2013. Nel 2015, Bill Gates in un TED Talk aveva diffuso gli studi della sua Fondazione, identificando una pandemia di un Coronavirus (vi erano già stati casi appartenenti a questa famiglia, come la SARS) come la più grande minaccia per il futuro dell’umanità. In questo caso non si trattava però di letteratura o “profezia”, ma di uno studio scientifici purtroppo sottovalutato. Ma la descrizione più vicina a quello che sta attualmente succedendo è nel film “Contagion” (2011) di Steven Sodenbergh, su sceneggiatura di Scott Z. Burns, recentemente ritrasmesso anche sulla tv generalista italiana. Il film descrive infatti, in modo minuzioso, il divampare della pandemia di un virus passato da un pipistrello all’uomo, partendo dalla campagna cinese e poi giungendo in occidente tramite, in questo caso, Hong Kong. Naturalmente, anche in questo caso, la corrispondenza deriva dall’accurata documentazione sugli studi esistenti. Il risultato, visto oggi, è impressionante.
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