Quando il gennaio scorso rievocavamo i roaring twenties sull’onda dell’entusiasmo per un possibile revival di quell’età dell’oro, non siamo stati così fortunati con i primi dodici mesi. La fucina letteraria del pianeta, però non ha mai smesso di produrre e di certo molti bei libri resteranno tra i (pochi) bei ricordi di questo anno infausto. A fine 2020, tempo di bilanci, provo a guardare indietro di dieci anni per giocare a stilare una classifica (in ordine puramente cronologico) dei libri che, per un motivo o un altro, scelgo a simbolo letterario di quell’anno. Si tratta di una pura scelta personale, di gusto, che ovviamente trascura inevitabilmente i molti altri scrittori che hanno dato lustro al decennio passato. C’è un motivo per ognuno di loro, ma poco spazio per spiegarne le ragioni. Appena qualche accenno: Alice Munro è una scrittrice canadese con uno spiccato talento per la short story, qui con un romanzo dal titolo che non passa inosservato. Elena Ferrante è stata una rivelazione, prova ne sia la serie televisiva ispirata alle sue opere. Mc Ewan è una delle mie penne preferite, e, dopo “Espiazione”, “Nel Guscio” vi sorprenderà. “La misura del tempo” è stato il libro per cui tifavo tra i finalisti del premio Strega. “Resoconto” è il primo di una trilogia in cui la Cusk spezza le regole narrative del romanzo e mette in un unico libro mille storie differenti. L’ultimo che cito, è sul mio comodino, l’ho appena iniziato.
2010 “Bianca come il latte,
rossa come il sangue” di A.D’ Avenia
2011 “Il tribunale delle anime”
di D.Carrisi
2012 “Chi ti credi di essere”
di A. Munro
2013 “La festa dell’insignificanza”
di M. Kundera
2014 “Storia della bambina perduta”
di E. Ferrante
2015 “La ragazza del treno”
di Paula Hawkins
2016 “Il labirinto degli spiriti”
di Carlos Ruiz Zafon
2017 “Nel guscio”
di E. McEwan
2018 “Resoconto”
di R. Cusk
2019 “La misura del tempo”
di G. Carofiglio
2020 “Fu sera e fu mattina”
di K. Follett