Storie di montagna, prima di tutto. Ritratti tra il romanzo e la cronaca, ambientati nei paesaggi a noi familiari, eppure così lontani nel tempo da apparire quasi, al lettore odierno, irreali. Sono i “Ritratti alpini” di Gabriele Gallo, che da metà dicembre saranno in libreria per i tipi di Catartica Edizioni. Gabriele, giornalista e scrittore, ha messo al centro della sua attività la montagna e il suo mondo: ha scritto una guida turistica in tre volumi dedicata a rifugi e sentieri, è collaboratore, tra le altre cose, della nostra testata, oltre ad avere un suo sito personale, dove raccoglie itinerari, contributi e storie. Con questo libro propone una galleria di istantanee, attraverso fatti di cronaca, rintracciati sulla cronaca locale, dalla metà dell’Ottocento agli anni ’60 del Novecento. «Il progetto è nato per caso – racconta Gabriele –: mi sono imbattuto, mentre esploravo l’archivio regionale online delle testate giornalistiche, in una serie di articoli di cronaca, in numeri di giornali come “La Sentinella delle Alpi”, o la stessa “Unione Monregalese”. Sono rimasto colpito da quelle storie, in parte per la loro curiosità, ma anche perché sono testimonianze incredibili e immediate di un mondo che oggi è completamente scomparso. Sono storie di casa nostra, e perciò mi sono divertito a “romanzarle” mantenendone la veridicità». Da “Ritratti alpini” emerge con chiarezza un profi lo crudo e antiretorico del mondo della montagna piemontese e dei suoi abitanti: «Ammetto che volevo smentire un po’ il luogo comune del “si stava meglio quando si stava peggio”, che spesso propone una visione idilliaca delle borgate di montagna di un tempo, quasi come una sorta di Arcadia in cui tutti vivevano in pace e armonia. La realtà era molto diversa, ed emerge bene da queste storie, in cui tuttavia ho scelto di non occuparmi dei fatti di cronaca nera, numerosi e anche molto e_ erati. Sono storie per lo più legate all’ambiente e alle di_ coltà che presenta, quindi con neve e valanghe. Pur nella crudezza della vita e nella ruvidità dei caratteri di allora, emerge anche tanto rispetto e tanta solidarietà. Ne sono l’esempio forse più bello due storie. La prima si è verifi cata a Pianfei quando, in seguito a una nevicata che ha completamente bloccato il treno da Bastia, per due giorni i passeggeri, costretti a passare la notte in stazione, sono stati assistiti dalla popolazione, che ha addirittura fatto una questua per procurar loro da mangiare. La seconda è di Frabosa: quando la nuova maestra del paese, proveniente da Torino, viene sorpresa dalla nevicata, si trova tutta la borgata a soccorrerla. Chi spalandole via la neve dalla porta di casa, chi portandole generi di conforto».
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