Gli Swans sono una di quelle band epiche, nel senso che riescono a colpire in modo incontrovertibile l'ascoltatore. Gli elementi fondanti sono il noise e l’industrial, e la loro musica di conseguenza è letteralmente un muro di suono che ti si schianta addosso, sono queste le emozioni provate prepotentemente anche in occasione del loro concerto all'Hiroshima Mon Amour lo scorso 9 ottobre.
Tutto ha inizio con l'ingresso ed il gong del polistrumentista Thor Harris, e dal vicino percussionista Phil Puleo, che attirano il pubblico a stringersi sotto il palco; pian piano entrano gli altri componenti, fino all'ultimo, Michael Gira (in foto, Francesco Pala copyright), vero e proprio capo-guida, la sicurezza addosso che nonostante tutto il viaggio andrà bene; un totem per l'intera band, vestito di nero e capello medio grigio. La sala dell’HMA raccoglie l’invito, e si riempe (anche se solo per metà).
Considerando il livello inimmaginabile dei decibel nella stanza il mix è impressionante. Assistere a un live degli Swans non è tanto un'esperienza mistica, ma un'esperienza reale, almeno tanto quanto il loro essere umani; bisogna quindi arrivare ad un evento come questo con lo stomaco pronto: un suono violento per due ore e venti abbondanti e, contrariamente a quanto il pubblico si aspettava, nessun pezzo “old school” anni '80; Sette amplificatori sul palco e una batteria quasi nascosta dietro questo muro di suono.
Tutto ruota intorno a lui, il frontman: i movimenti di Gira sono sempre molto lenti, nonostante il tormento evidente. Spesso durante la performance volta le spalle al pubblico e si sospende insieme ai suoi compagni di viaggio, si versa una bottiglia d'acqua in testa e altrettanto lentamente si volta verso il pubblico passandosi le mani tra i capelli, riprende la chitarra, chiude gli occhi e si abbandona a una specie di danza quasi fosse un cigno che nuota nell’acqua; e lo sa fare bene. Il contatto con il pubblico è diretto e fortissimo, anche per chi scrive, trovata occhi negli occhi con Norman Westberg, seconda chitarra, e con Gira stesso.
I tempi sono lunghissimi, ulteriormente dilatati in concerto, lungo la sperimentazione delle loro distorsioni. I riff sono taglienti, il basso di Christopher Pravdica tiene il tempo e lui con il piede sul palco a incoraggiare e incalzare il ritmo insieme a Phil Puleo; è tutto un crescendo “To Be Kind” e con “The Seer” sono i temi trattati durante il live. Il più distaccato sicuramente è Christoph Hahn, alle lap steel guitar, che mastica ininterrottamente il suo chewing gum per tutta la durata del concerto, applausi finali inclusi, e che pare uscito dal Grande Lebowski o da Fargo; è lui il responsabile dell’amplificazione degli effetti sonori, e riguardano tutti: alienazione.
To Be Kind è uno dei capolavori dell’anno, e il live degli Swans, è un’esperienza da vivere, forte, bisogna sceglierla e se capita di andarci i tappi sono necessari dopo 10 minuti; non si spiegherebbe altrimenti la scelta di Hiroshima di riproporre una band di questo tipo a distanza di un anno e mezzo dall'ultimo tour.
Il Carrello dei Link
Da OndaRock
www.ondarock.it/dark/swans.htm
Swans "To be kind" @ Primavera Sound 2013
Swans "To be kind" @ Primavera Sound 2013
On stage, backstage, and at home with Michael Gira and Swans
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