Quanto tempo ci mise il rock per diventare il fenomeno di massa che si propagò da Chuck Berry a Elvis, con gli Stones e i Beattles, arrivando a tutte le derivazioni che si svilupparono nel tempo? Come in tutte le nascite, prima che un genere riesca a diffondersi in modo endemico in una popolazione ci vuole molto tempo; ora, dopo 30 anni, il rap è diventato un fenomeno diffuso, anche in Italia, non solo tra le generazioni di adolescenti, ma elemento proprio di questa società. Quanto la creazione di dei o falsi miti risponda alla realtà non è dato da sapere; varrebbe la pena però, per conoscere il genere, approfondirne ascolti e temi partendo dagli esordi: si farebbero piacevoli scoperte.
Chi ne suggerisce l'approfondimento è il vicese Marco Picco che ha lanciato nei mesi scorsi un'attività di crowfunding per la pubblicazione del libro La Protesta è Tutta un Rap, nato dalla pubblicazione della propria tesi (la seconda) in Sociologia. A 100 giorni dal termine dell'iniziativa la raccolta fondi (libro acquistabile su bookabook.it) ha raggiunto il 75% dell'obiettivo, che consentirà a Picco la pubblicazione del libro.
Il saggio va a ritroso nel ripescare le origini del rap, mettendo a confronto l'esperienza americana e quella italiana; non ci si limita ad lungo percorso cronologico, ma si aggiunge un'analisi sociologica dei protagonisti e di tutto quel mondo che ci ruota attorno. Dalle gang e dal rap politicamente schierato dei Public Enemy, al fenomeno italiano delle Posse (i 99 a Napoli e gli Assalti Frontali), fino ad arrivare a quello attuale. Il rap continua a urlare e dichiarare gli stati dell'insofferenza sociale e politica di tutto il mondo, fino a quando un nuovo genere saprà convogliare e rappresentare le tensioni di una
La Protesta è Tutta un Rap
Crowdfunding per il libro di Marco Picco