Ars Regia. La Granda si scopre ermetica.

Da Carlo Emanuele I agli insospettabili "alchimisti" contemporanei, il Cuneo non è solo gotico: ma alchemico. E "Ars Regia" lo rivelerà.

L'appuntamento è ancora lontano, ma iniziamo a segnalarvelo, perché è di indubbio livello e merita segnarselo sul grimorio, pardon, sul calendario. Apre infatti al pubblico Venerdì 5 Luglio a Savigliano (CN) all'interno delle auliche sale di Palazzo Taffini d’Acceglio, sede del Múses, e di Palazzo Muratori Cravetta la mostra Ars Regia. La Granda alchemica, curata da Enzo Biffi Gentili e promossa dall'Associazione Le Terre dei Savoia. La mostra, di cui avevamo dato qui un primo accenno, fa un duplice riferimento nel titolo: il nome è in effetti quello con cui è nota l'Alchimia, ma essa è qui, a Cuneo, "Regia" in quanto legata alla fitta presenza sabauda nella loro fedelissima provincia. Il percorso dell'esposizione si delinea in otto sezioni (numero certo non casuale, caro alla tradizione ermetica templare e non solo), partendo proprio dai sabaudi, per poi intessere un percorso che arriva fino alla modernità recente del fumetto, dell'animazione e del videogame.

I. Le esequie alchemiche. In memoria di Carlo Emanuele I di Savoia. Nella sala di Palazzo Cravetta ove Carlo Emanuele I morì sarà realizzata una installazione scenografica che ne rianimerà l’ultima storica, luttuosa, destinazione, esaltata attraverso interventi multimediali e l’evocazione di fantasmi digitali. Saranno visibili anche opere d’arte dedicate agli ultimi istanti del Duca e documenti alchemici originali del XVI, XVII, XVIII secolo, e oltre. (da monregalesi, ci permettiamo di aggiungere che Carlo Emanuele giace poi nel santuario di Vicoforte, in una tomba perlomeno dal sapore ermetico - e non è qui il solo della complessa dinastia...).

II. L’anticamera ardente. Pinot Gallizio pittore e spagirico. In uno spazio contiguo al piano terra verrà invece ricostruita, in seguito a un accordo già raggiunto con l’Archivio Pinot Gallizio, l'Anticamera della morte a suo tempo creata dall’artista. Sulle pareti, alcuni suoi quadri dai titoli dichiaratamente alchemici, sino ai terminali Neri (nella foto a fianco, l'artista nel suo laboratorio).

III. Nel crogiuolo de La Granda alchemica. Un saggio visivo di Daniele Regis.
 Il fotografo di architettura e docente al Politecnico di Torino Daniele Regis, già autore di una straordinaria lettura dei monumenti neogotici del Cuneese celebrata da un grande esperto d’arte come l’inglese Andrew Graham-Dixon, star televisiva, sta compiendo una missione di “rilievo espressivo” di monumenti misterici cinquecenteschi locali, sinora scarsamente rappresentati.

IV. Sei artieri ermetici subalpini. Raccolta di quadri, artwork, fotografie di sei autori contemporanei, scomparsi e viventi, attivi nella regione, già creatori in passato di artefatti dichiaratamente suggestionati dall’Ars Regia: i grafici e illustratori Piero Crida ed Elisa Seitzinger, l’eccentrico “olandese volante” Guy Harloff che morì in Piemonte, gli artisti Plinio Martelli e Silvio Rosso, e Fabio Petani, street artist.

V. Un Oratorio “eretico” torinese
 Una selezione di opere d’arte, perlopiù inedite, conservate presso il Seminario Superiore di Arti Applicate/MIAAO della Congregazione dell’Oratorio di Torino nel complesso monumentale di San Filippo Neri, dedicati all’alchimia e alla sua iconografia. Tra i loro autori Paolo Baratella, Pierre Clayette, Sergio Fergola, Joe Tilson, Jorrit Tornquist, Jean Triffez e così via: una prova clamorosa di quella “riconciliazione” tra chiesa cattolica e Ars regia nella quale si sono recentemente distinti, sul piano storico-teorico e non artistico, anche i Francescani di Assisi. (nella foto, l'albero sefirotico di Fergola).

VI. Alla ricerca dell’oro ceramico
 Esibizione di ceramiche provenienti da collezioni private piemontesi, decorate a lustro metallico -antica tecnica di “ricerca dell’oro” in quest’arte, considerata un “secreto”, un po’ svelato nel ‘500 dall’architetto e alchimista Cipriano Piccolpasso- foggiati da illustri manifatture del ‘900, italiane, francesi, inglesi, spagnole, ungheresi, finlandesi…

VII. L’aroma del sacro. Un’installazione “alchi-mistica”, composta da ventiquattro olfattori in vetro dai quali i visitatori potranno inalare profumi basati su essenze adottate in cerimonie religiose o create a supporto di esperienze spirituali di varia natura. Ospite d’onore Filippo Sorcinelli, artiere e profumiere.

VIII. Alchimie ludiche. Al piano terra di Palazzo Taffini, nei locali destinati al nuovo bookshop del MÚSES, saranno raccolti artwork, comics e manga, video e videogames dal soggetto alchemico, per coinvolgere anche nuove generazioni di visitatori, sino ai “nativi digitali”.


(In copertina: esposizione olfattiva del Mùses di Savigliano)

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